“Atteniamoci dunque sempre alle disposizioni in vigore – con le eventuali ed ulteriori restrizioni del caso – e cerchiamo di non essere noi stessi/e, in buona sostanza, il veicolo di un altro tipo di virus: quello dell’odio. Di chi ha bisogno di un capro espiatorio che prima era il migrante che viene a mettere a repentaglio la nostra civiltà, poi è il cinese che viene a contagiarci e adesso è chiunque esca di casa, atto fisico che sarebbe sufficiente ad uccidere chicchessia e a vanificare il lavoro del personale delle professioni sanitarie. Il virus non è un uccello che vola via dal nostro corpo nel momento in cui lasciamo le nostre dimore per aggredire persone tanto ignare quanto più meritevoli, per il solo fatto di rimanere chiuse nei propri appartamenti.

Il virus è qualcosa che viene trasmesso anche a causa di comportamenti irresponsabili. Cerchiamo di valutare, dunque, quei singoli comportamenti. E, quando non abbiamo gli strumenti per valutarli, cerchiamo di rimanere in silenzio. Sempre preferibile, quando non si hanno validi argomenti per suffragare le proprie ipotesi. O il rischio è quello di gridare all’untore. Con tutto ciò che ne consegue, con il suo carico di violenza e irrazionalità. Lo ha già scritto Manzoni, nelle pagine del suo romanzo. Sarebbe il caso di andare a rileggerlo.”

➡️ NOTA BENE: è necessario leggere l’articolo che segue integralmente per capire il senso di questo contenuto:

https://www.linkiesta.it/it/blog-post/2020/03/19/runner-untori-e-il-bisogno-di-odiare-chi-esce-da-casa/28891/?fbclid=IwAR0OulmEHnhCdlEQo_WQFvNEeJ6Bq0raV6Iw0S8gaZVO_22vvRQTASw_al8

Marcello Rocco – marcellorocco.it